PROGETTO APPRENDISTI CICERONI
Anche quest’anno abbiamo voluto riproporre ai nostri alunni di vivere l’esperienza delle Mattine FAI d’Autunno nelle vesti di Apprendisti Ciceroni. Già in passato il progetto aveva raccolto consensi positivi da parte di molti e l’entusiasmo degli alunni nel lasciarsi travolgere da un’esperienza considerata altamente formativa, dal momento che i ragazzi hanno avuto la possibilità di misurarsi con le proprie capacità, le competenze linguistiche e relazionali possedute, migliorando se stessi e quindi superando anche le proprie aspettative.
Quest’anno abbiamo voluto bissare e abbiamo fatto bene: le adesioni sono state numerose, gli alunni hanno partecipato con grande coinvolgimento e i risultati sono stati strepitosi. Qui di seguito vi sono alcuni stralci delle riflessioni a caldo dei nostri studenti, sia Ciceroni che semplici spettatori.
ALCUNE RIFLESSIONI A CALDO DEI VISITATORI
“Ieri è stata una giornata un po’ diversa dal solito. Infatti abbiamo visitato da turisti la chiesa San Domenico per le “giornate FAI d’inverno” … Ci hanno raccontato anche la sua storia e la leggenda che narra di un fantasma che protegge il tesoro nascosto nella chiesa. I compagni sono stati molto bravi, seri e coinvolgenti riuscendo a colpirmi e appassionarmi. Mi è piaciuta tanto l’idea del compagno travestito da fantasma che vagava nella chiesa.” ( Sofia)
“… Poi ad un certo punto arrivò un ragazzo vestito tutto di nero che imitava il fantasma della Chiesa ed era molto divertente”.(Jasmine)
“… Ciò che mi ha affascinato davvero sono state: la cripta e le diverse finestre colorate che si potevano osservare sopra le nostre teste. La cripta ha suscitato in me un senso di avventura, la voglia di cercare e di trovare. I colori delle finestre hanno suscitato in me una sensazione di gioia.”(Cristian)
“… Mi ha colpito molto una stanza dove in passato erano stati trovati dei resti dei monaci.” (Giuseppe)
“… La chiesa era molto bella sia all’interno sia all’esterno ed era anche molto alta. Quando siamo arrivati, siamo stati accolti dai ciceroni che ci raccontavano un po’ alla volta la storia della chiesa.” (EDI)
“… Ieri ho trascorso una giornata molto affascinante, perché io e i miei compagni abbiamo scoperto i segreti di una chiesa dove non ero quasi mai entrato: San Domenico. I ciceroni, dei nostri compagni, ci hanno accolto raccontandoci la storia di una piazza molto importante: piazza Vittorio Emanuele e una breve leggenda su un fantasma che si dice viva ancora dentro la chiesa.” (Giuseppe)
“… Ci hanno accolto tre ciceroni e per tutta la chiesa siamo stati guidati da un nostro compagno di classe (ROSA)
“… Michael, un nostro compagno, ci guidava da un lato all’altro della chiesa. Intanto un fantasma vagava tra gli spazi della chiesa, spaventandoci …”(DIANA)
“… Siamo scesi dentro una cripta dove c’erano una stanza e un tunnel che portava a dei corpi sepolti di domenicani. Questa esperienza è stata molto interessante e avventurosa”. (Nicolas)
“… la visita presso la chiesa San Domenico non è stata una semplice visita, infatti a farci da guida e a spiegarci le opere d’arte e le leggende su questa chiesa sono stati gli apprendisti ciceroni, ragazzi della nostra stessa età. Con le loro avvincenti e coinvolgenti presentazioni e spiegazioni sono stati capaci di trascinarmi nel passato, dandomi anche la possibilità di acquisire nuove conoscenze.” (Alessia)
“È stata davvero una bella esperienza, conoscere segreti, quadri, cripte, storie, leggende e i personaggi della chiesa di San Domenico dai ciceroni, bravi e preparati. Mi sono divertito molto, vorrei ripetere l’esperienza e provare a fare il cicerone, perché sembra davvero interessante spiegare agli altri la cultura e la storia della nostra piccola città, Giovinazzo. Adoro le visite FAI…” (Vincenzo)
“…La storia che mi ha incuriosito raccontava che alle ore 12:00 il sole arriva dalle vetrate e illumina il viso di Gesù Dipinto sul portale della chiesa. Ci hanno raccontato la leggenda del fantasma che girava per tutta la chiesa e il suo ruolo era di proteggere il tesoro.” (Arianna)
“…mi è rimasto impresso il volto del dipinto di Lorenzo Lotto “ Il San Felice in Cattedra” perché si tratta di un patrimonio artistico del nostro paese” (Gaia)
“… La tela che più mi è rimasta impressa è stata quella di “San Felice in Cattedra” dipinta da Lorenzo Lotto nel 1542, tornata a Giovinazzo da poco dopo il restauro. Sono rimasto colpito nell’apprendere che il quadro era stato abbandonato per tantissimi anni in qualche locale della chiesa” (Gianluigi)
“… Quando avrò l’opportunità mi farò avanti per diventare un’apprendista cicerone”. (KLEA)
“… Uno dei quadri che mi ha colpito è il quadro di san Felice.” (Alessandro)
LE RIFLESSIONI DEI CICERONI
“…..ho vissuto un sacco di belle avventure. Infatti, per truccare il fantasma che rappresentava la leggenda della Chiesa San Domenico e spaventava bambini e professori, poiché non avevamo la cera bianca, abbiamo usato la farina e un ombretto viola. Oppure, quando arrivava un’altra classe, iniziavamo ad agitarci perché avevamo paura di fare una brutta figura…… nelle pause ci mettevamo a guardare le partite di calcio …….io a giocare a pallavolo con un pacchetto di fazzoletti. È stata un’emozione grandissima per me parlare davanti a così tante persone e sono contenta di aver superato la mia timidezza. Però mi dispiace che tutto sia finito, ma ho conosciuto nuove persone ….. “(Vittoria)
“Parlando da apprendista cicerone devo dire che l’esperienza è stata coinvolgente, stancante, divertente, formativa ma sicuramente bellissima. Mi è piaciuta l’aria che si respirava tra noi ragazzi che era un’ aria di gioco e scherzosità ma fatta anche di momenti seri nei quali entravamo nei panni di veri ciceroni e abbiamo provato ad instillare pillole di cultura e storia locale nelle menti dei compagni di classe e persino di istituto. In poche parole è stato bello. Lo rifarei.” (Samuele)
“… Ho deciso di partecipare a questo progetto perché mi incuriosiva, e infatti lo è stato e ho fatto molte amicizie e ci siamo divertiti un sacco. Il primo giorno ero ansioso e per questo alcune volte mi bloccavo a parlare nel dire la mia unica parte, però poi ho capito che non devo preoccuparmi perché negli altri alunni vedevo la curiosità quindi ho continuato il mio compito. Il secondo giorno ero molto più convinto e non mi bloccavo … Mi sono divertito molto e lo rifarei altre mille volte.” (Michael)
“Non vedo l’ora di raccontare quello che mi è successo in questi ultimi giorni. Ho ancora l’adrenalina nel corpo. Ho partecipato al progetto “Apprendisti Ciceroni” nell’ambito delle giornate del FAI … All’inizio del progetto ero titubante all’idea di dover parlare davanti a un pubblico attento alle nostre parole e soprattutto curioso di sapere qualcosa di più sulla storia del sito. Ma, dopo, ho deciso di viverla come una sfida … Ho avuto la possibilità di vivere e raccontare da protagonista una delle chiese più belle di Giovinazzo: San Domenico … Ho scoperto il piacere di incontrare i ragazzi, di parlare con loro in presenza, tenuto conto che negli ultimi mesi era diventato quasi impossibile. Mi sono sentito parte di un gruppo; ho sentito il sostegno dei compagni, mi sono sentito incoraggiato e ho condiviso la gioia di vedere che il nostro impegno veniva ripagato dalle attestazioni di compagni che mi hanno ascoltato o dei docenti o degli animatori della sezione FAI della nostra città…….Quando ti trovi di fronte alle persone che ti fissano, un po’ ti senti in imbarazzo e ci sono quei secondi di titubanza, ma poi le emozioni si trasformano e diventi più sicuro, anzi … non vorresti fermarti più! Questo progetto mi ha fatto sentire utile, mi sono sentito orgoglioso. Sono state due giornate fantastiche. Tale progetto mi ha fatto capire che anche noi dobbiamo prenderci cura in prima persona, come cittadini, del patrimonio culturale. Ogni cittadino dovrebbe mettere in pratica l’amore nei confronti del patrimonio artistico. Sono pronto e carico per le prossime giornate Fai, peccato che queste siano finite.”(Andrea)
“Durante le giornate del 22 e del 23 novembre io e altri compagni della mia scuola abbiamo presentato ad altri alunni la chiesa San Domenico di Giovinazzo, che anche se a molti poteva sembrare solo una banale chiesa in realtà è una custode di segreti, … lavoro a mio parere un po’ complesso perché dovevamo incuriosire i nostri compagni e renderli desiderosi di saperne sempre di più. Personalmente all’inizio ero un pochino spaventata all’idea di parlare di un argomento davanti a molte classi, ma ho cominciato sempre di più a prendere confidenza fino ad arrivare al grande giorno, sicura e senza alcuna paura … Prima di cominciare a “ciceronare” alle classi io e i miei compagni ciceroni abbiamo trascorso un po’ di tempo dentro la chiesa e, novità del giorno, il mio compagno di classe Samuele si sarebbe dovuto travestire da fantasma per spaventare i nostri professori e i gli altri alunni, peccato che non si è mai spaventato nessuno. La prima classe è stata una quinta, non ricordo quale, ma ricordo che prima del suo arrivo tutti i ragazzi vicino a me sembravano sull’orlo della crisi, probabilmente avevo anche io lo stesso aspetto … Dopo frasi come … Vabbè non muore nessuno se sbagliamo … abbiamo cominciato la nostra missione come Apprendisti Ciceroni”. Non sarei onesta se non dicessi che la parte migliore è stata fare gli scherzi ai professori tramite il compagno Samuele che sbucava dal nulla … Al termine dei due giorni non posso negare che ero totalmente soddisfatta di me e della mia prestazione.
Questa esperienza mi ha entusiasmato da subito e trovo che sia l’ideale per chi come me ha una passione per la storia e la cultura in generale … Penso che il FAI serva proprio a questo: ad alzare la testa e guardare con occhi diversi il mondo, imparando che la sua bellezza e il suo mantenimento non sono così scontati come crediamo.” (Anita)
“Quando seppi del progetto Cicerone (FAI) mi incuriosii ed essendo una persona timida, volli provare per cercare di migliorarmi e superare la mia timidezza. Parlare a tanti gruppi in pubblico, per me era una vera sfida! … Ci furono le prove sia a scuola sia nella chiesa di San Domenico dove sarebbe avvenuta la manifestazione … Inizialmente ero molto ansiosa e nervosa perché avevo timore di non farcela, ma quando cominciai a esporre la storia al primo gruppo classe mi liberai dall’ansia. Con l’avanzare del tempo il timore di non farcela scomparve e cominciai finalmente a divertirmi. Penso di aver vinto la mia piccola sfida personale perché sono riuscita in qualcosa per me davvero difficile.” (Angela)